Salvatore "Totò" Riina, soprannominato "'u Curtu" (il corto) a causa della sua bassa statura, è stato uno dei più potenti e spietati boss della mafia%20siciliana. Nato a Corleone, in provincia di Palermo, il 16 novembre 1930 e deceduto il 17 novembre 2017 a Parma, Riina è stato il capo indiscusso di Cosa%20Nostra per quasi vent'anni, durante i quali ha orchestrato una sanguinosa campagna di violenza per consolidare il suo potere.
La sua ascesa al potere iniziò negli anni '70, quando divenne il leader della fazione dei Corleonesi, un gruppo di mafiosi particolarmente violenti e ambiziosi. Attraverso omicidi mirati e guerre di mafia, i Corleonesi riuscirono ad eliminare i loro rivali e a prendere il controllo di Cosa Nostra.
Riina è stato il mandante di numerosi omicidi eccellenti, tra cui quelli dei giudici Giovanni%20Falcone e Paolo%20Borsellino nel 1992, che scossero profondamente l'Italia. Questi attentati segnarono un punto di svolta nella lotta alla mafia, portando ad una maggiore determinazione da parte dello Stato e della società civile.
Dopo anni di latitanza, Totò Riina fu arrestato il 15 gennaio 1993 a Palermo. Nonostante la sua detenzione, continuò ad esercitare un'influenza all'interno di Cosa Nostra, impartendo ordini e mantenendo il controllo sulle attività criminali.
Riina è stato condannato all'ergastolo in numerosi processi per omicidio, associazione mafiosa e altri reati gravi. La sua figura è diventata il simbolo della brutalità e della ferocia della mafia siciliana, e la sua caduta ha rappresentato una vittoria importante nella lotta contro la criminalità organizzata. La sua strategia di terrore e la sua spietatezza hanno lasciato un segno indelebile nella storia d'Italia.
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